martedì 9 settembre 2008

Allattamento divertente, Funny breastfeeding











Foto strane, ambigue e scorrette

NO COMMENT


Medicalizzazione ed umanizzazione

MedicalizzazioneUmanizzazione: dove sta la sicurezza?

Intervento del dr. Marsden Wagner

Mi voglio scusare se parlerò di parto e di nascita: sono un uomo e gli uomini sono esterni alla scena del parto qualunque sia il loro ruolo!

In Europa e anche in Italia, molto molto tempo fa esistevano i castelli e attorno ai castelli c’erano i fossati, il corso dell’acqua tutto attorno serviva come deterrente, come protezione per gli invasori.

Potremmo utilizzare questo esempio anche per il parto in acqua!

Il parto in acqua previene gli operatori dal disturbare la madre nella delicata fase del travaglio/parto. L’acqua riduce il rischio di medicalizzazione e favorisce il processo fisiologico, normale del parto. Partorire è un processo fisiologico che può essere disturbato dall’ospedale e dalle procedure ostetriche.

Abbiamo avuto tutta una lunga fase di medicalizzazione ed ora siamo, negli ultimi 10/20 anni in una fase di umanizzazione. Umanizzare vuol dire fermarci, riconsiderare tutto quello che si fa in ostetricia e portare l’attenzione alla donna, al neonato e alla famiglia. Il parto in acqua fa parte di questo cambiamento. Stabiliamo un fossato sicuro attorno al castello!

Recentemente sono stato in Jamaica ed ho visitato alcuni ospedali. Le donne erano tutte sdraiate a letto monitorate ed ho chiesto perché se tutte le evidenze scientifiche da anni raccomandano alle donne di muoversi e di stare erette, di accovacciarsi,… perché?? Mi hanno risposto che se avessero assecondato le donne, loro (le ostetriche ed i medici) avrebbero dovuto andare a terra e non è dignitoso! E poi se abbiamo lo strumentario è segno di retrattezza il non utilizzarlo!

In ospedale molte procedure vengono fatte per gli operatori, per l’organizzazione del reparto e NON per la donna. La donna dovrebbe invece essere in controllo, è lei che è al centro con il sostegno dell’ostetrica. Nella realtà, negli ospedali di tutto il mondo, qualsiasi sia il setting e gli oggetti, la donna NON è mai in controllo. Gli operatori sono in controllo. Fino a quando useremo gli ospedali per le gravidanze fisiologiche, sarà molto difficile che le donne possano avere controllo sulla loro esperienza. L’acqua può essere una modalità in questa direzione. Sono stato in Belgio e le donne possono partorire in acqua ma in una vasca trasparente, luna e stretta e la donna deve stare sdraiata per partorire. In questo caso l’acqua non è più un protezione!

Il travaglio/parto è un processo filogenetico, controllato dalla parte involontaria del sistema nervoso, quella parte che ci permette la sopravvivenza e tutte le funzioni come la respirazione, la digestione, i rapporti sessuali,…. Questa parte involontaria controlla anche l’utero, le contrazioni e la dilatazione.

Quindi quando si assiste il travaglio/parto gli operatori hanno due possibilità: 1. lavorare con la donna e le sue competenze involontarie; 2. sorpassare la biologia, bloccare il processo, controllarlo modificarlo con farmaci e procedure. Tuttavia sappiamo che scavalcare i processi biologici è molto PERICOLOSO! Noi medici crediamo di conoscere bene tutti i processi biologici, tuttavia molte cose sono ancora sconosciute, come per esempio cosa attiva un travaglio.

Nella nostra era abbiamo macchine moderne, auto, moto, …. ma se non camminiamo ci ammaliamo! Ed infatti ora facciamo jogging, corriamo, saltiamo,… per mantenerci in salute.

Se noi non rispettiamo i processi biologici, le normali competenze, se le scavalchiamo, allora possiamo cadere in grossi errori.

Per un cesareo programmato (per le serie e valide ragioni – rarissime) possiamo fare due cose: 1. possiamo aspettare che la donna cominci il travaglio spontaneamente e poi possiamo intervenire con un cesareo; 2. possiamo darle un appuntamento un lunedì mattina alle ore 9 prima che il suo travaglio inizi. Questo per convenienza. Abbiamo due scelte, tuttavia sappiamo che per la salute del bambino la prima scelta (travaglio che inizia spontaneamente) riduce il rischio di a. prematurità, b. sindrome da stress respiratoria. Queste due patologie sono le maggiori cause di morte dei neonati.

Più vicini ci manteniamo ai processi fisiologici, biologici più vicini restiamo alla sicurezza.

C’è una diffusissima credenza che avvicinarsi ai processi naturali sia sinonimo di tornare indietro all’alta mortalità. La medicalizzazione non è sinonimo di bassa mortalità. Le evidenze hanno dimostrato che i fattori che hanno ridotto la mortalità non sono state le procedure, le ecografie,… ma un buon standard di vita dato da: nutrizione, abitazioni adeguate, buona salute, pochi figli per ogni donna, buona età per concepire (ci sono pochissime donne che sono gradive a 15 anni e sopra i 45). Il 25% del miglioramento e quindi della riduzione della mortalità e morbilità attribuibile all’intervento medico è stato soprattutto l’uso di antibiotici e di trasfusioni sicure. Non ci sono evidenze che dimostrino che l’uso routinario di ecografie, di monitoraggi,… dei cesarei,… siano stati i principali fattori per un miglioramento citato.

Dobbiamo essere particolarmente attenti quando usiamo le procedure che abbiamo.

Negli ultimi 60/50 anni i medici hanno deciso che gli ospedali fossero il luogo più sicuro per tutte le donne. Ora abbiamo buone evidenze scientifiche che dimostrano che l’80% delle donne potrebbe partorire a casa e che la casa è tanto sicura quanto un buon ospedale.

Abbiamo sempre pensato che i medici fossero la professione più sicura per la salute delle donne. Ora abbiamo buone evidenze che dimostrano che le ostetriche sono la figura più sicura per le donne. E non ho detto che l’ostetrica è tanto sicura quanto un medico, ma che le ostetriche sono più sicure. Le nazioni che perdono meno neonati sono quei paesi dove l’80% delle donne viene seguita da un’ostetrica, dalla gravidanza. In questi paesi l’80% di tutte le donne in attesa non vedono un medico. La gravidanza, il parto ed il puerperio fisiologici sono più sicuri quando sono seguiti da un’ostetrica.

I medici, i ginecologici sono persone altamente specializzate, non dovremmo perdere risorse umane per altre competenze. I medici sono appropriati per quel 15- 20% di casi patologici e devono essere realmente bravi e specializzati ed in questi casi abbiamo bisogno di buoni ospedali.

Un altro esempio degli errori che abbiamo fatto: alla nascita abbiamo preso il neonato dalla madre per controllarlo, pulirlo, fare esami, pesarlo,… Le evidenze hanno dimostrato che non abbiamo alcuna ragione per allontanare il bambino da sua madre e che i controlli si possono fare senza separarli, oppure attendere. Le nursery, i nidi sono un altro tremendo errore che abbiamo fatto. I bimbi devono stare con le loro madri per essere meno a rischio di infezioni e per favorire il contatto e l’allattamento precoce e a richiesta. Abbiamo anche pensato che l’uomo e l’industria potessero produrre, col latte di mucca, un miglior latte per i neonati rispetto a quello delle madri. Altro grosso errore. La scienza ha dimostrato che il latte di donna è il latte migliore in assoluto per il neonato umano, è specie specifico ed ha innumerevoli proprietà, ha persino dimostrato che i bimbi allattati al seno sono più intelligenti dei bimbi che sono cresciuti col latte di un’altra specie.

Un altro esempio dell’estrema medicalizzazione che ci circonda è il numero di tagli cesarei. Con il cesareo la donna non è certamente in controllo. Il controllo è esclusivamente del medico ed i medici, con rare eccezioni, amano i cesarei. Un cesareo assorbe 20 minuti del tempo mentre un normale travaglio può impegnare anche 12 ore. I cesarei avvengono spesso nei gg infra-settimanali e nelle ore mattutine, un parto vaginale può succedere anche di sabato notte alle ore 2. I cesarei costano di più e si viene pagati meglio. Ci sono molte altre ragioni non mediche per preferire i cesarei. Il medico diventa l’eroe che dà il bambino alla famiglia. Ultimamente si dice che ora sono le donne a chiedere un cesareo. Non credo che una donna, se conoscesse i seri rischi che va incontro col bambino durante un cesareo, lo richiederebbe. Non gliel’hanno raccontata tutta!! Il cesareo è un’operazione che può salvare vite, tuttavia ha i suoi seri rischi. Per esempio il 2-6% dei neonati subisce un taglio quando il medico incide durante l’operazione. Un cesareo porta seri rischi: il neonato può soffrire di sindrome da distress respiratorio. I polmoni del feto durante la gravidanza sono pieni di fluido. Quando nasce, il bambino passa attraverso il canale vaginale che lo preme e spreme e questo permette ai polmoni di potersi riempire d’aria. Durante un cesareo questo importante fenomeno non succede e alcuni bimbi muoiono a causa di questa sindrome. Per i neonati un cesareo è cosa estremamente seria e rischiosa. Ma anche per le donne, è comunque un’operazione importante, uno dei rischi è la morte materna, 4-6 volte di più rispetto al parto vaginale. Alcuni cesarei hanno buoni ragioni, tuttavia per i cesarei programmati ci sono 3 volte più rischio di mortalità materna. Si sono riscontrate il 20% di infezioni per la madre dopo un cesareo, possono subire tagli agli altri organi (come la vescica) a causa di un cesareo. Queste informazioni non vengono probabilmente dette alle donne se lo richiedono senza serissimi motivi.

Inoltre l’Italia è il paese col numero più alto di cesarei in Europa ed il secondo al mondo dopo il Cile.

Prendiamo in considerazione 2 procedure: I cesarei e l’ episiotomia (taglio al perineo durante la fase espulsiva):

1. TAGLIO CESAREO (TC) SUPERFLUO IN ITALIA

Anno 2001: 517.423 nascite

con il 34,2% di TC = 176.959 TC

Se invece in un anno la percentuale di TC fosse stata 12% (tasso basato su dimostrazioni, raccomandato dall’OMS e riscontrato nei Paesi con i tassi di mortalità perinatale più bassi) = 62.091 TC

176.959 meno 62.091 = 114.868 TC

sono risultati superflui

Dunque in un anno 114.868 donne in Italia hanno subito TC superflui (chirurgia addominale maggiore) con rischi significativi per 114.868 donne, rischi che hanno causato almeno 5 o più decessi ogni anno e un calo della fertilità in 114.868 donne, e ancora un aumento di gravi rischi durante la successiva gravidanza e il parto. I rischi per i 114.868 neonati sono la causa di molti, molti neonati morti ogni anno a causa della sindrome da sofferenza respiratoria dopo il TC e la prematurità dopo il TC.

2. EPISIOTOMIA: MUTILAZIONE GENITALE FEMMINILE IN ITALIA

Nell’anno 2001, 517.423 nascite con 340.464 PARTI VAGINALI con il 70 % (**) di episiotomia = 238.325 episiotomie eseguite.

(**sottostimato perché non è un dato registrato da molti punti nascita essendo di routine)

Se solo il 20 % di episiotomia (percentuale massima consentita dall’OMS) = 68.093 episiotomie

238.325 meno 68.093 = 170.232 episiotomie superflue in un anno

Se solo il 5 % di episiotomia (percentuale ideale riscontrata in molti posti – esempio in Danimarca e i Paesi Scandinavi) = 17.023 episiotomie

238.325 meno 17.023 = 221.302

episiotomie superflue in un anno

Ogni anno in Italia tra 170.232 e 221.302 donne subiscono una episiotomia superflua che equivale alla mutilazione dei loro genitali, dato che la scienza dimostra che i risultati dell’episiotomia si riflettono in un maggiore sanguinamento, più dolore, più problemi a lungo termine relativi all’incontinenza urinaria e fecale e problemi a lungo termine durante il rapporto sessuale.

(v.di Wagner M. Episiotomy: a form of genital mutilation. Lancet Vol 353, p 1977-98, 1999)

Che strategie possiamo attivare per umanizzare e rendere più sicuro il parto e la nascita ?

  • Le ostetriche si devono alleare con le donne. In tutti quei paesi dove le cose sono cambiate rapidamente le ostetriche hanno fondato case da parte, assistono le donne a casa. Le ostetriche hanno un altro approccio, un’altra modalità rispetto ai medici. Nella maggior parte dei travagli non c’è nulla da fare: sedersi sulle proprie mani e dare sostegno emotivo.
  • Il luogo del parto. Le evidenze hanno dimostrato che la casa o la casa da parto è un’ottima soluzione. La casa da parto non è una stanza particolare in ospedale, ma è fuori dall’ospedale gestita da ostetriche.
  • Le donne e le famiglie si devono informare per poter realmente scegliere e chiedere.
  • L’acqua può essere una delle tante strategie che le donne possono usare per proteggersi.

Dr. M. Wagner è pediatra, neonatologo, epidemiologo, ricercatore. Ex direttore dell’Organizzazione Mondiale Sanità per la regione Europa per il Materno Infantile. Autore di numerosi libri e pubblicazioni scientifiche.

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