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domenica 15 agosto 2010

"L'allattamento" tratto da libero on line

Allattamento: recuperare l'istinto
in Baby Boom

Molte trentenni di oggi trovano difficoltà ad allattare i propri figli naturalmente. L'ostetrica Sabina Pastura dell'associazione La Lunanuova di Milano spiega perché e come superare le difficoltà

Mammiferi. Questo siamo e l'aspetto dell'allattamento al seno riconduce una donna alla parte di sé più legata all'istinto. Un bimbo appena nato sa già che attaccandosi al seno troverà il sostentamento che fino a poche ore prima aveva nella pancia della mamma. Nei primi giorni di vita sul seno della madre è presente il colostro, una sostanza ricca d'immunoglobuline di classe A, secreto dalle ghiandole mammarie durante la gravidanza e i primi giorni dopo il parto, composto principalmente da acqua, leucociti, proteine (fra le quali anche agenti immunologici), grassi e carboidrati. Poi arriva la montata lattea vera e propria. Ed è qui che iniziano i problemi. Se è vero che allattare è una cosa naturale, è necessario essere bene informate per non commettere errori proprio nei primi giorni di vita del bambino: questo periodo infatti condizionerà la madre che deciderà se continuare ad allattarlo naturalmente oppure artificialmente. Quali sono questi accorgimenti? Sabina Pastura, ostetrica dell'associazione Lalunanuova , presente da anni a Milano a supporto di molte donne che allattano, è una libera professionista e lavora in questo studio di ostetriche assistendo gravidanze fisiologiche e nascite in casa. Un po' stupita del fatto che sia un giornalista uomo a intervistarla su quest'argomento ha risposto alle nostre domande: "In realtà allattare è una cosa naturale - spiega l'ostetrica Sabina Pastura - ma non più così tanto. Si è persa una sapienza al femminile su questo fronte. Qualche generazione fa le donne sostenevano l'allattamento in famiglia reciprocamente. Le trentenni di oggi invece sono state allattate artificialmente e le loro madri non sono in grado di dare loro consigli. La trasmissione familistica avviene quindi molto meno".
Come aiutare le mamme ad acquisire consapevolezza e informazioni sull'allattamento al seno?
L'educazione e la possibilità di avere elementi di informazione sull'allattamento avviene già durante la gravidanza. Il nostro ruolo è quello di informarle quindi il più possibile, in gruppo facendo anche in modo che vedano altre mamme che allattano. Dalle prime battute che iniziano quando il bambino nasce è importante impostare le cose in modo giusto. Gli ostacoli infatti sorgono nei primi giorni e sono tali a volte da compromettere l'esito dell'allattamento. È importante per esempio cercare di allattare e avere il bambino vicino in un contatto pelle pelle, fin dai primi momenti. Se avviene nell'arco delle prime ore di vita è certamente meglio. Il personale sanitario, le ostetriche devono essere in grado di sostenere la donna e di fornirle il supporto necessario. A volte anche queste prime esperienze , se il bambino non si attacca bene lì per lì non succede nulla, ma poi nei giorni successivi, quando torna a casa si verificano i primi problemi.

Cosa fare in caso di difficoltà da parte della madre ad allattare?
La cosa importante è partire col piede giusto. È importante la qualità dell'attaccamento al seno, il modo in cui il bebé si attacca, sia per evitare le problematiche del capezzolo (le ragadi al seno si creano se il bambino è attaccato male). Se hai ricevuto delle informazioni prima è un conto, altrimenti devi chiederle. D'altra parte la puerpera proprio nei primi giorni, dopo le dimissioni dall'ospedale, viene lasciata un po' a se stessa e quando avrebbe più bisogno trova un po' il deserto dei Tartari…

Spesso alcuni pediatri consigliano di allattare con tempi rigidi, altri lasciano spazio alle esigenze del bambino. Quale filosofia seguire?
Il bambino sa perfettamente autoregolarsi se è attaccato correttamente, non deve fare male alla mamma. Se il dolore esiste c'è qualcosa che non va. L'allattamento non deve essere doloroso. Il bambino deve stare attaccato al seno finché desidera. Finché c'è colostro che è ricco di proteine che sono anticorpi, zuccheri. All'inizio colostro a gogo quindi. Se un bambino chiama 9 volte magari per fare delle suzioni non lunghe, gli va dato. Nei primi giorni problemi non ce n'è e se la nascita è stata buona il bambino ha sufficienti endorfine per non chiedere tanto. Ma va lasciato il tempo giusto: magari 20 minuti, mezzora sul primo seno e dieci sul secondo. Così come il bambino manifesta il segnale della fame, così manifesta anche il segnale che quanto ha assunto è sufficiente. Da quando arriva la montata lattea le cose si fanno più difficili e bisogna avere un aiuto extra. Questo momento coincide spesso con le dimissioni della madre dall'ospedale. Spesso proprio in questa fase la mamma è triste perché è affaticata, andrebbe supportata e le difficoltà riverberano sull'allattamento a volte.

E se il latte è insufficiente?
Non siamo una macchinetta distributrice di latte. Nelle stalle mettono la musica classica per fare arrivare più latte. Noi siamo mammiferi di grado più evoluto e la donna ha bisogno di sostegno. Da parte del partner, molto. I papà di oggi sono molto bravi a cambiare i bambini, ma non serve soltanto un aiuto concreto, ma un supporto di tipo morale. Di fronte a una mamma che lacrima e chiede se avrà latte, la reazione deve essere di tranquillità. Non certo di sufficienza: "Ti compro la busta di latte artificiale". Ecco, questo no, piuttosto: "Vedrai che il latte arriverà".

Qual è l'elemento che fa sì che ci sia la cosiddetta calata del latte?
L'ossitocina è un ormone che viene prodotto quanto più una donna riceve contenimento, amore, coccole, risate. Noi uomini e donne produciamo ossitocina durante il rapporto sessuale, ma anche quando mangiamo con amici in serenità, quindi l'ossitocina è l'ormone del piacere ed è cruciale nella produzione del latte. Si può dare la tisana galattogena, ma fondamentalmente è il sostegno attorno che fa si che una mamma attorno possa compiacere il proprio bambino. È un circolo virtuoso.

Che fare in caso di parti gemellari con due gemelli o più?
Quando ci sono due gemelli c'è bisogno di un aiuto extra. È possibile allattare due bambini, abbiamo due mammelle e se ne potrebbero allattare anche tre. Se il bambino ciuccia il latte, la mamma ne produce. Sicuramente c'è bisogno di qualcuno che si occupi della gestione quotidiana di supporto alla mamma. Una mamma esperta già con bambini un po' più grandi, di dopo qualche mese riesce anche ad allattare contemporaneamente i due bambini su due seni, ma non è facile. Certo i bambini che sanno di essere due sanno già di avere una mamma sola e sono più facili da irreggimentare per così dire. Una mamma deve dare delle priorità ma ci riesce.

Esistono casi in cui si suggerisce per il bene del bimbo o della madre di non allattare al seno?
Sa qual è la faccenda? C'è una grande stortura in questo momento, sulla nascita naturale cerchiamo di dire la nostra, siamo un gruppo di ostetriche presenti a Milano da tempo. Non c'è un momento come questo in cui la gravidanza non sia stata medicalizzata come oggi. La domanda che la mamma si fa è come fare a fare un bambino sano, ed è assistita di continuo. Partorisce in un modo brutto per lo più , lontano dalla natura e dalla possibilità di esprimere la propria energia. L'unico modo che hanno trovato per alleviare il dolore è la peridurale. E a volte le mamme che partoriscono bambini con la peridurale fanno più fatica ad allattarli perché sono anche loro un po' anestetizzati. Tutto ciò fa sì che si arrivi al punto di allattare il bambino con una scarsa stima di sé. Il messaggio invece è: devi allattare. A quel punto efficaci, efficienti e produttive anche su questo fronte, bisogna allattare. E invece un po' per disistima e per stanchezza, si verificano degli inghippi. A volte è davvero difficile perché si sono creati dei problemi (le ragadi sono uno di questi), ci sono ragioni che interferiscono su un inizio buono e che portano a una fatica talmente grande che diventa meglio da parte di una donna dare un biberon con amore che una tetta data contro voglia.

Fino a che età si consiglia di allattare? E perché?
L'Oms lo dice chiaramente. I sei mesi di allattamento completo al seno sono quelli che vanno bene. Sono il suo zoccolo duro di salute, per la salute futura. C'è chi allatta anche a lungo, con un bambino che cresce bene, ne vediamo tanti. Ne vediamo anche fino all'ottavo al nono mese. Non ci sono problemi. In Italia c'è però un abbandono dell'allattamento intorno al quarto mese.

Quando iniziare lo svezzamento? I pediatri negli ultimi tempi suggeriscono di iniziare già al quarto mese…
Sicuramente su questo fronte non c'è sufficiente sostegno. Allattare dal terzo mese in poi è tutto un godimento, perché smettere. Almeno fino al sesto mese a quel punto è consigliabile continuare.

Su internet ha fatto molto scalpore il videodocumentario su una madre che allattava la propria figlia di 8 anni. Che ne pensa?
I talebani esistono dappertutto. Le scelte sono in ciascuno di noi. L'allattamento può essere proseguito fino all'anno, ai due, ai tre. L'allattamento è un momento di incontro, noi lavoriamo come pazze, magari la sera possiamo riservarci un momento con il nostro bimbo e continuare ad allattarlo anche dopo i sei mesi, anche con tutti i denti è possibile, di per sé non è dannoso. Diverso è il bambino che ti usa come un distributore di caramelle.

Allattare in pubblico, sì o no?
Il problema non ci sarebbe. Non è che le donne si tirano fuori le tette in mezzo alla strada. Se allatti, la prima che ha bisogno di sentirsi protetta è la donna che allatta. Tra l'altro esiste un mercato di magliette che nascondono il seno durante l'allattamento. E poi, quando si va a cena fuori, esistono i ristoranti baby friendly.

Daniele Passanante

sabato 22 novembre 2008

Ostetriche formatrici

Ieri sera, stanchissima ma, molto soddisfatta mi sono seduta al computer ed ho incominciato ad impostare il il nuovo blog "Ostetriche Formatrici"
il link è
http://ostetricheformatrici.blogspot.com
Non appena avrò i vostri indirizzi e-mail li aggiungerò in modo che siate aggiornate ad ogni novità e che possiate contribuire personalmente alla crescita di questo neonato blog.
Tanti cari saluti a tutte/tutti (Franco compreso).
Marina

mercoledì 29 ottobre 2008

Promotion and support of breastfeeding

MEDLINE
Counseling Interventions Recommended to Promote and Support Breast-Feeding
News Author: Laurie Barclay, MDCME Author: Charles Vega, MD
Release Date: October 23, 2008;
Authors and Disclosures
Laurie Barclay, MDDisclosure: Laurie Barclay, MD, has disclosed no relevant financial relationships.

Charles Vega, MDDisclosure: Charles Vega, MD, has disclosed an advisor/consultant relationship to Novartis, Inc.

Laurie Scudder, MS, NP-CDisclosure: Laurie Scudder, MS, NP-C, has disclosed no relevant financial information.

Brande Nicole MartinDisclosure: Brande Nicole Martin has disclosed no relevant financial information.


October 23, 2008 — The US Preventive Services Task Force (USPSTF) has issued an updated statement recommending counseling interventions during pregnancy and after birth to promote and support breast-feeding. The updated guidelines and evidence review are published in the October 21 issue of the Annals of Internal Medicine.
"In children, breastfeeding has been associated with a reduction in the risk for acute otitis media, nonspecific gastroenteritis, severe lower respiratory tract infections, atopic dermatitis, childhood leukemia, and the sudden infant death syndrome," write Mei Chung, MPH, from Tufts-New England Medical Center Evidence-Based Practice Center in Boston, Massachusetts, and coauthors of the accompanying evidence review. "In mothers, a history of lactation has been associated with a reduced risk for type 2 diabetes and breast and ovarian cancer. According to the American Academy of Pediatrics, some of the obstacles to initiation and continuation of breastfeeding include insufficient prenatal education about breastfeeding, disruptive maternity care practices, and lack of family and broad societal support."
The goal of the evidence review was to evaluate the efficacy of primary care–based interventions to promote breast-feeding in breast-feeding rates and child and maternal health outcomes.
The reviewers performed electronic searches of MEDLINE, the Cochrane Central Register of Controlled Trials, and CINAHL from September 2001 to February 2008 as well as references of selected articles. Inclusion criteria for the review were English-language publications describing randomized controlled trials of interventions initiated in primary care to promote breast-feeding, primarily in developed countries.
Pertinent data reviewed by the authors included characteristics of interventions and comparators, study setting and design, clinical and demographic characteristics of the study sample, the proportion of infants continuing to be breast-fed for various durations, and health outcomes in infant and mother.
Of 38 randomized controlled trials identified that met inclusion criteria, 36 took place in developed countries. Breast-feeding promotion interventions in developed countries were associated with significantly increased rates of short-term (1 - 3 months) and long-term (6 - 8 months) exclusive breast-feeding, based on random-effects meta-analyses. Rate ratios were 1.28 for short-term rates (95% confidence interval [CI], 1.11 - 1.48) and 1.44 for long-term rates (95% CI, 1.13 - 1.84).
Compared with either prenatal or postnatal interventions alone, combining prenatal and postnatal breast-feeding interventions had a greater effect on increasing breast-feeding durations, according to the results of subgroup analyses. In increasing the short-term breast-feeding rate, interventions associated with a component of lay support, such as peer support or peer counseling, were more effective than usual care.
Limitations of this review included clinical and methodologic heterogeneity, precluding extensive meta-analyses; and inability to obtain reliable estimates for the isolated effects of each component of multicomponent interventions.
"Evidence suggests that breastfeeding interventions are more effective than usual care in increasing short- and long-term breastfeeding rates," the review authors write. "Combined pre- and postnatal interventions and inclusion of lay support in a multicomponent intervention may be beneficial."
On the basis of the above-described systematic evidence review, the USPSTF evaluated the efficacy of interventions to promote and support breast-feeding that were initiated in, conducted in, or referred to primary care. The resulting guidelines are an update of the 2003 USPSTF recommendation on counseling to promote breast-feeding.
Because the USPSTF concluded that there was moderate certainty that interventions to promote and support breast-feeding have a moderate net benefit, the updated statement recommends interventions during pregnancy and after birth to promote and support breast-feeding (grade B level recommendation).
"There is convincing evidence that breastfeeding provides substantial health benefits for children and adequate evidence that breastfeeding provides moderate health benefits for women," write Ned Calonge, MD, MPH, from the Colorado Department of Public Health and Environment in Denver, and colleagues. "Adequate evidence indicates that interventions to promote and support breastfeeding increase the rates of initiation, duration, and exclusivity of breastfeeding. No published studies focus on the potential direct harms from interventions to promote and support breastfeeding."
Although the review did not include a search for possible harms associated with breast-feeding itself, the USPSTF concluded that the potential harms of interventions to promote and support breast-feeding were no greater than small.
The task force noted that interventions including both prenatal and postnatal components may be most effective at increasing duration of breast-feeding, and they also recommended considering multiple intervention strategies. These may include formal breast-feeding education for mothers and their families, direct support of mothers during breast-feeding, training primary care staff regarding breast-feeding and various techniques for breast-feeding support, and peer support.
"Although the activities of individual clinicians to promote and support breastfeeding are likely to be positive, additional benefit may result from efforts that are integrated into systems of care," the statement authors conclude. "System-level interventions can incorporate clinician and team member training and policy development, and through senior leadership support and institutionalization, these initiatives may be more likely to be sustained over time. Although outside the scope of this recommendation and evidence review, community-based interventions to promote and support breastfeeding, such as direct peer-to-peer support, social marketing initiatives, workplace initiatives, and public policy actions, may offer additional sizeable benefits."
The Agency for Healthcare Research and Quality, US Department of Health and Human Services, supported this evidence review and statement. The authors of the statement have disclosed no relevant financial relationships.
Ann Intern Med. 2008;149:560-564, 565-582.
Clinical Context
The American Academy of Pediatrics recommends breast milk as the preferred choice for feeding infants, and the goals of the Healthy People 2010 initiative includes a target of 75% of mothers initiating breast-feeding their infants. In the United States, the rate of new mothers initiating breast-feeding was 73% in 2005, and 20% of mothers breast-fed their infants exclusively for 12 months. These rates in 2005 were higher vs 2002.
In its last recommendation in 2003, the USPSTF recommended counseling to promote higher rates of breast-feeding. The current recommendation uses the results of a systematic review of data available from January 2007 to update this recommendation. The results of this review and new recommendation are described in the "Study Highlights."
Study Highlights
Breast-feeding has been associated with numerous health benefits for both mother and infant. Breast-feeding during infancy has been associated with lower rates of otitis media, respiratory tract infection, and gastrointestinal tract infection. Later in childhood, breast-fed children have a lower risk for asthma, obesity, and type 2 diabetes vs children who were not breast-fed. Finally, breast-feeding is associated with lower risks for breast and ovarian cancer in the mother.
The systematic review included 38 randomized controlled trials of primary care–initiated interventions to promote breast-feeding. Study settings included primary care offices, hospital settings, and patient homes. The majority of these studies were located in developed countries.
Overall, breast-feeding promotion increased the odds ratio of breast-feeding during 1 to 3 months by a factor of 1.28. These programs increased the odds ratio of breast-feeding during 6 to 8 months by 1.44.
One study from Belarus, a developing country, demonstrated that a program to promote breast-feeding not only improved rates of breast-feeding but also reduced rates of gastrointestinal tract infection and atopic dermatitis in children.
Many interventions used multiple modalities to promote breast-feeding, so it was difficult to identify the most effective individual tool to increase the rate of breast-feeding. However, interventions built into health systems seemed to be the most effective, and combining prenatal and postnatal interventions was more effective than either type of intervention alone.
Interventions involving lay workers appeared more effective than usual care in promoting higher rates of breast-feeding.
No harms were reported in research studying interventions to support breast-feeding.
Overall, the USPSTF gives a grade B recommendation to interventions to promote and support breast-feeding. This level means that there is a high certainty of a moderate degree of benefit for these interventions or that a moderate certainty that the benefit is moderate to substantial.
The authors of the current recommendation call for further research into the individual components of breast-feeding promotion programs as well as cost-benefit analyses of these programs.
Pearls for Practice
Breast-feeding during infancy has been associated with lower rates of otitis media, respiratory tract infection, and gastrointestinal tract infection. Later in childhood, breast-fed children have a lower risk for asthma, obesity, and type 2 diabetes vs children who were not breast-fed. Finally, breast-feeding is associated with lower risks for breast and ovarian cancer in the mother.
The USPSTF recommends measures to promote and support breast-feeding in the prenatal and postnatal periods (a grade B recommendation).

lunedì 6 ottobre 2008

Mariana, la bambola che allatta al seno

In una società dove si vedono bambole che prendono il ciuccio ed il biberon, come fanno i bambini ad immaginare che i cuccioli d'uomo possano essere allattati al seno dato che raramente incontrano altri bimbi allattati dalle loro mamme?

In Brasile un gruppo di donne produce delle bellissime bambole di pezza che partoriscono per via vaginale e allattano al seno, si chiamano Mariana , ce ne sono di diversi tipi e sono veramente un'idea originale per un regalo fatto con amore ( non ho alcun interesse economico ).

Amiche - My dear friends





Orgogliosa del pancione

Proud of her belly






Orgogliosissimi dopo nove mesi...

Very proud after nine months...









La gioia di allattare al seno

The joy of breastfeeding

sabato 4 ottobre 2008

Il sostegno alle mamme che allattano


Il 4 Ottobre 2008, presso la Casa Internazionale delle Donne, il Gruppo Allattamento al Seno del Collegio delle Ostetriche di Roma e La Leche League, nell'ambito della Settimana Mondiale dell'Allattamento al Seno promossa dal WABA, hanno organizzato un'incontro che aveva come tema IL SOSTEGNO ALL'ALLATTAMENTO AL SENO.


Sono intervenute diverse figure professionali: ostetriche, psicologhe, pediatri, Consulenti Professionali per l'allattamento al seno IBCLC e mamme organizzate tra loro per sostenere altre mamme (aiuto tra pari).


Sono stati evidenziati i concetti di empowerment (rendere potente) , ascolto attivo e counselling basilari nel sostegno alle mamme.


Alla fine alcune mamme hanno raccontato le loro esperienze di sostegno e di... mancato sostegno che hanno commosso tutta la platea.


Presenti erano anche tante studentesse/ studenti del Corso di Laurea in Ostetricia che, spero, abbiano fatto tesoro di quanto è stato detto e che facciano in modo che le donne che incontreranno nel corso della loro vita professionale, vengano accolte, rispettate e sostenute.

Pubblicità Progresso negli Stati Uniti


Versioni proposte di Pubblicità Progresso per promuovere 'allattamento al seno

Le prime due versioni sono state contestate perchè troppo forti, la prima metteva in evidenza i rischi all'apparato respiratorio a causa del non allattamento, la seconda evidenziava i rischi di diabete: vedete le tettarelle?A qualcuno non sono piaciute le correlazioni.
Le lobby produttrici di latte artificiale sono potenti, molto potenti!
L'ultima, edulcorata, è stata accettata!
NB Se "cliccate" sulle immagini le vedrete ingrandite con la scritta originale.

lunedì 1 settembre 2008

FAQ sull'allattamento al seno

Le risposte a queste FAQ sono in via di costruzione, se ne trovate delle altre, gentilmente inviatemele, se trovate delle risposte con cui non siete d'accordo, fatemelo sapere.

  1. Quando bisogna cominciare ad allattare al seno?
    Subito dopo il parto non appena il neonato mostra interesse, può essere dopo qualche minuto o anche dopo più di un'ora. E' importante non separare il neonato dalla madre in questa fase, tutti gli interventi di routine possono essere rimandati, il neonato non perde calore a contatto con la pelle della madre. Dopo il parto ci sono livelli ormonali speciali sia nella madre che nel neonato, che non si ripeteranno più, un neonato che ha la possibilità di attaccarsi al seno in questo momento viene colonizzato dai germi materni che lo proteggono dai germi sconosciuti, è molto più competente nelle poppate successive e la sua mamma si innamora di lui molto più velocemente.
  2. Quante volte bisogna allattare un bebè?
    Tutte le volte che il bebè lo richiede, ricordando che il pianto è segno tardivo della fame e che il bambino che ha molta fame...non ci vede dalla fame e non riesce ad ancorarsi al seno, i segni precoci della fame sono apertura della bocca e del viso, schiocchi della lingua, protrusione della lingua, movimenti della testa (di ricerca), mani portate alla bcca, suoni emessi per richiamare l'attenzione.
  3. Ha importanza la posizione del neonato al seno?
    Assolutamente sì, molte neo-mamme che non hanno mai visto una donna allattare al seno (ce ne sono parecchie)riproducono la sola posizione che conoscono, cioè, quella utilizzata per alimentare artificialmente un neonato: bambino appoggiato sulle proprie ginocchia che gira le testa di lato per cercare di trovare il seno, lontanissimo dall'areola tentando fìdi avvicinare il seno al bambino tenendo il capezzolo tra indice e medio (posizione a forbice) tenedo le proprie spalle in tensione. Ebbene questa è la migliore posizione per smettere di allattare entro poche settimane, il rischio ragadi dolorose ai capezzoli e poco latte per una suzione scorretta è molto...molto grande.
    A breve vi metterò sul blog le posizioni corrette da assumere, abbiate fede! Se vi riconoscete nella descrizione appena fatta, cercate velocemente un aiuto qualificato, che vi farà vedere che allattare nella posizione corretta può essere un vero piacere e non una tortura.
  4. Se il latte non è sufficiente, bisogna dare l'aggiunta? Ricordando che il vecchio detto: più si munge , più si produce vale per tutti i mammiferi compresi gli esseri umani, se il bambino è sonnolento,perde più del 10% del peso della nascita entro le prime due settimane di vita, non cresce dopo la seconda settimana di vita di almeno 150g. a settimana, urina poco o non urina affatto, non fa la cacca, deve essere visto subito da uno specialista dell'allattamento che deciderà eventualmente di dare un'aggiunta temporaneamente per far riprendere le forze del bambino. Con un buon tiralatte elettrico, l'aggiunta potrebbe anche essere solo di latte materno ma la questione va valutata di caso in caso.
  5. Quando si allatta al seno è normale che i capezzoli facciano male?
    No, i primi giorni potrebbe esserci un leggero indolenzimento (non necessariamente), dovuto al ..nuovo utilizzo della mammella ma, un dolore più o meno forte è indizio di un ancoraggio scorretto che deve assolutamente essere modificato infatti, bastano pochi minuti di pochi minuti di posizione scorretta per provocare dolorose ragadi.
  6. Cosa bisogna fare per allattare al seno?
    In primo luogo, è bene informarsi in gravidanza, incontrare altre mamme che allattano, personalmente suggerisco gli incontri della "La Leche League" che sostengono le mamme nelle loro scelte e che sono organizzati da delle mamme supreserte di allattamento al seno. I corsi di accompagnamento alla nascita sono anch'essi importanti ma bisogna fare attenzione che siano gestiti da persone che ne capiscano veramente qualcosa di allattamento e che non insegnino la tecnica migliore per preparare il latte artificiale e ilustrino i vantaggi del ciuccio. Alla nascita è importante inoltre che il neonato abbia libero accesso al seno.
  7. La modalità del parto interferisce con l'allattamento al seno?
    Un parto spontaneo senza interferenze facilita sicuramente l'allattamento al seno, mentre un parto cesareo ostacola in diversi modi l'allattamento al seno, non lo impedisce ma..bisogna spesso e volentieri, lavorarci molto di più.
  8. Il luogo in cui si partorisce interferisce con l'allattamento al seno? Alcuni luoghi ostacolano fortemente l'allattamento: luoghi in cui il bambino viene separato dalla madre, non c'è un'assistenza adeguata da parte di persone competenti nell'allattamento, in cui non c'è il rooming- in, in cui vengono date aggiunte di latte artificiale, ciucci, topici ecc.
  9. Il latte artificiale è un valido sostituto del latte materno?
    E' un pessimo sostituto del latte materno, non protegge il bambino dalle infezioni, anzi molti bambini si ammalano gravemente a causa del latte artificiale.
  10. E' giusto che una donna povera riceva il latte artificiale gratuitamente?
    Le si fa un grande torto dandole latte artificiale perchè le si toglie la possibilità di dare il più grade regalo al proprio figlio: IL LATTE MATERNO. Praticamente tutte le donne possono allattare al seno e, se sono malnutrite, è meglio nutrire la madre piuttosto che dare del latte artificiale per il suo figlio. Se poi la donna vive in un ambiente malsano, l'allattamento al seno salva la vita del bambino.
  11. E' vero che molte donne non hanno latte?
    E' quello che viene fatto credere da chi produce latte artificiale.
  12. E' vero che uno spavento o un dispiacere facciano "andare via il latte"?
    Può capitare che dopo uno spavento o un dispiacere la produzione di latte diminuisca bruscamente per un calo di un ormone che si chiama ossitocina, ma è un problema temporaneo e, continuando ad offrire il seno gradualmente il latte... ritorna, se pi la mamma riesce a rilassarsi ed a riposarsi,, il processo dell'allattamento si ristabilisce ancora prima.
  13. E' vero che dopo qualche mese il latte non è più buono?
    ASSOLUTAMENTE NO! Il latte continua ad avere le propretà nutrizionali ottimali ed a proteggere il bambino da moltissime malattie
  14. Per quanto tempo bisogna allattare al seno?
    Secondo l'OMS i bambini dovrebbero ricevere solo latte materno per almeno 6 mesi, dal sesto mese compiuto il bambino può cominciare ad assumere altre sostanze integrandole sempre con il latte materno almeno per il primo anno di vita, poi può continuare continuare finchè non decide da solo che non ne ha più bisogno.

lunedì 25 agosto 2008

Poesie, fotografie e racconti sulla maternità
























Vorrei, col vostro contributo, creare una galleria di poesie, immagini e racconti sulla maternità: dal concepimento all'allattamento al seno, da rendere disponibili a tutti.
INVIATE PURE LE IMMAGINI, LE POESIE ED I RACCONTI CHE VI SONO PIU' PIACIUTI

Thanks to your contribution I wish to publish on this blog a nice gallery of pictures, poems and stories about childbirth. FEEL FREE TO POST.

martedì 19 agosto 2008

Piccole veneri al British Museum


Ho fotografato queste statuine, alte pochi centimetri e risalenti ad epoche lontane. Mi hanno sempre affascinata queste figure femminili tanto che, quando sono in vena, provo anch'io a fare qualche tentativo con la creta o col DAS e costruisco una mia venere magari incinta o allattante.
Spesso mi chiedo che significato abbiano avuto veramente per le nostre lontane "ave".


sabato 16 agosto 2008

Allattamento al seno http://www.epicentro.iss.it/argomenti/allattamento/allattamento.asp
Il latte materno rappresenta il miglior alimento per i neonati, perché fornisce tutti i nutrienti di cui hanno bisogno nella prima fase della loro vita, come per esempio certi acidi grassi polinsaturi, proteine, ferro assimilabile. Inoltre, contiene sostanze bioattive e immunologiche che non si trovano nei sostituti artificiali e che invece sono fondamentali sia per proteggere il bambino da eventuali infezioni batteriche e virali, sia per favorire lo sviluppo intestinale.

È per questo che tutti i bambini dovrebbero essere esclusivamente allattati al seno per i primi sei mesi di vita (26 settimane). Secondo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, dell’Unicef e dell’Unione Europea, recepite anche dal nostro ministero della Salute, l’allattamento al seno dovrebbe poi continuare per due anni e oltre, secondo il desiderio della mamma e del bambino.

Secondo la definizione dell’Oms, l’allattamento può essere:
allattamento al seno esclusivo: solo latte materno
allattamento al seno predominante: latte materno + liquidi non nutritivi
allattamento complementare: latte materno + latte di formula.
Come favorire l’allattamento al seno
Innanzitutto è importante che fin dai primi minuti madre e figlio rimangano insieme, facendo in modo che si instauri il cosiddetto contatto “pelle-a-pelle”: il corpo della madre aiuta il bambino a mantenere una temperatura adeguata (molto importante per bambini molto piccoli o nati pretermine ma anche per i bimbi sani nati a termine) e il bambino è meno stressato, più calmo e ha respiro e battito cardiaco più regolari. Il primo contatto con il seno dovrebbe avvenire entro un’ora dalla nascita, lasciando la mamma e il bambino, insieme al papà se presente, liberi di interagire spontaneamente, senza interferenze esterne.

Altre raccomandazioni importanti sono:
allattare il bambino “a richiesta”, senza seguire orari rigidi
controllare la posizione e l’attacco al seno del bambino, evitando di staccarlo prima che abbia finito
non dare al bambino altri liquidi diversi dal latte materno prima della prima poppata, così come evitare il latte o altri cibi artificiali, acqua, zucchero o acqua zuccherata tra una poppata e l’altra (nei primi sei mesi, infatti, quando il bambino ha sete prende quello che viene definito il “primo latte”, meno grasso e più ricco di acqua e zuccheri, mentre quando ha fame rimane attaccato più a lungo, fino a prendere anche “l’ultimo latte”, molto più ricco di grassi. Per questa ragione, spesso nei mesi caldi i bambini fanno poppate più brevi e frequenti)
evitare l’uso di tettarelle artificiali, biberon e ciucci, soprattutto nei primi mesi di vita
non lavare il seno dopo ogni poppata ed evitare l’uso di creme o unguenti durante l’allattamento; la normale igiene della mamma è sufficiente e il seno è provvisto di ghiandole che provvedono ad una naturale disinfezione dell’areola.
I vantaggi per il bambino
È ormai condiviso a livello internazionale che l’allattamento al seno:
riduce l’incidenza e la durata delle gastroenteriti
protegge dalle infezioni respiratorie
riduce il rischio di sviluppare allergie
migliora la vista e lo sviluppo psicomotorio
migliora lo sviluppo intestinale e riduce il rischio di occlusioni
Alcuni studi, inoltre, hanno ipotizzato che il latte materno possa contribuire anche a ridurre il rischio di numerose patologie:
numerose infezioni (enterocolite necrotizzante, meningite, botulismo e infezioni del tratto urinario)
malattie autoimmunitarie, come per esempio il diabete di tipo 1 e di tipo 2
sindrome da morte improvvisa del lattante (Sids)
obesità nella vita adulta.
I vantaggi per la madre
Anche per la madre l’allattamento al seno ha delle ricadute positive:
quanto più comincia precocemente, accelera la ripresa dal parto e l’involuzione dell’utero e riduce il rischio di emorragia e di mortalità
riduce la perdita di sangue, contribuendo così a mantenere il bilancio del ferro
prolunga il periodo di infertilità post parto
favorisce la perdita di peso e il recupero del peso forma
riduce il rischio di cancro della mammella prima della menopausa.
Alcuni studi, inoltre, hanno ipotizzato che il latte materno possa contribuire anche a ridurre il rischio di cancro dell’ovaio e di osteoporosi.
ControindicazioniAlla luce delle conoscenze attuali, le condizioni in cui l’allattamento al seno è sconsigliato sono piuttosto limitate. Oltre al caso in cui venga diagnosticata al bambino la galattosemia, una rara malattia metabolica, l’allattamento non dovrebbe avvenire quando nella madre è presente almeno una delle seguenti condizioni:
sieropositività e trattamento con farmaci antiretrovirali per la terapia dell’Aids
tubercolosi attiva e non curata
uso di droghe
terapia antitumorale (chemioterapia o radioterapia) in corso.
In generale, la maggior parte dei farmaci che vengono prescritti dopo una gravidanza non interferiscono con l’allattamento. In ogni caso, è bene chiarire con il proprio medico di famiglia l’eventualità di sospendere o meno l’allattamento in caso di una determinata terapia. Per informazioni sulla compatibilità dei farmaci con l’allattamento è possibile contattare l’Istituto Mario Negri di Milano.
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Ultimo aggiornamento martedi 24 giugno 2008
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